Natale caldissimo sulle vette del Partenio

I crinali del Partenio e più in generale dell’Appennino Campano hanno vissuto un Natale da incubo, caratterizzato da condizioni termo-igrometriche che risulterebbero anomale anche in piena estate.

Al di là delle più pessimistiche previsioni, il termometro alla quota di 1515 m s.l.m si è incredibilmente spinto pochi minuti fa sino a 17.9°C. Il grafico riportato di seguito parla da sé e non ha bisogno di particolari commenti. Il tasso di umidità si è portato al di sotto del 20%.

Più in basso, per fortuna, è presente aria più umida e fredda: all’Osservatorio, il termometro si è fermato per a 12°C. All’Oasi di Pannarano, invece, complice la scarsissimo soleggiamento (tipico di questo periodo dell’anno), non si è andati, per ora, al di sopra dei 5.9°C (ben 12 gradi in meno dei crinali di Montevegine!!).

Segnali di cambiamento nel regime pluviometrico campano

“Signals of change in the Campania region rainfall regime: An analysis of extreme precipitation indices (2002–2021)”.

È questo il titolo di un articolo scientifico pubblicato quest’oggi sulla rivista Meteorological Applications, a firma di ricercatori, dottorandi e professori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”.

Questo studio fa il punto sulle tendenze del regime pluviometrico della Regione Campania attraverso l’analisi delle misure di precipitazione giornaliera acquisite negli ultimi 20 anni (2002-2021) da oltre 100 stazioni afferenti a vari enti di monitoraggio istituzionale.

Le tendenze di maggior rilievo sono emerse nella stagione autunnale (intesa come periodo che intercorre tra ottobre e dicembre), in cui sono stati osservati, in alcuni settori della regione, principalmente nelle aree orientali della Provincia di Caserta, nel Sannio occidentale e nelle aree appenniniche irpine e salernitane, una generale intensificazione delle precipitazioni, una estremizzazione delle piogge torrenziali ed un aumento della ricorrenza delle giornate molto piovose (ossia caratterizzate da una quantità di pioggia maggiore di 20 mm).

In questo studio, sono state avanzate le prime ipotesi sui processi fisici responsabili dei trends appena descritti. Da un’indagine preliminare, è emerso che le cause dell’estremizzazione del regime pluviometrico autunnale vanno ricercate principalmente in due patterns di circolazione atmosferica alla scala sinottica e alla mesoscala (descritti in Capozzi et al., 2023, https://www.sciencedirect.com/…/pii/S0169809523001783…), tipicamente associati ad eventi di pioggia intensa in Campania. Nell’ambito di tali patterns (illustrati in Figura 13), le linee di convergenza dei venti al suolo di origine orografica ed il trasporto di vapore acqueo di origine mediterranea, atlantica e tropicale giocano un ruolo di primo piano nell’innesco di fenomeni precipitativi particolarmente violenti. Le attività di ricerca che in futuro approfondiranno tali aspetti dovranno dunque rivolgere particolare attenzione a questi fattori, nonché al riscaldamento delle acque del Mediterraneo.

Alle evidenze ravvisate nella stagione autunnale, se ne aggiunge un’altra, quella inerente alla durata del periodo piovoso più lungo, che è in aumento sui settori costieri ed in particolare nel Golfo di Napoli ed in quello di Salerno. In altre parole, negli ultimi 20 anni i periodi caratterizzati da più giorni di pioggia consecutivi si stanno progressivamente allungando.

A differenza, infine, di quanto sta avvenendo in altre regioni del Mediterraneo e del territorio italiano, in Campania non vi sono tendenze di rilievo che vanno nella direzione di un aumento della ricorrenza dei periodi siccitosi, fatta eccezione per alcuni settori delle province di Avellino e Salerno.

Il manoscritto è pubblicamente accessibile tramite il seguente link: https://rmets.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/met.2168

Autunno 2023: il più caldo di sempre all’Osservatorio di Montevergine

12.5°C. Questa la temperatura media registrata a Montevergine nella stagione autunnale (settembre-novembre) da poco conclusasi.

Si di un valore ben al di sopra (+2.2°C) della media climatologica di riferimento (periodo 1991-2020) e che non ha precedenti nella storia ultracentenaria dell’Osservatorio. L’autunno di quest’anno, dunque, si pone al primo posto nella speciale classifica delle stagioni autunnali più calde di sempre. Sino allo scorso anno, al vertice di tale classifica c’era l’autunno del 2000 (in cui si registrò una temperatura media di 12.3°C), seguito dall’autunno del 1932 (12.1°C) e dall’autunno del 1926 (12.0°C).

Come si evince dal grafico riportato di seguito, si tratta del settimo anno di fila in cui nella stagione autunnale si osserva un’anomalia di temperatura di segno positivo. Se allarghiamo l’orizzonte agli ultimi 24 anni, scopriamo che solo in 6 occasioni è stata rilevata un’anomalia di segno opposto. Si tratta di una tendenza estremamente preoccupante, in virtù del fatto che nel periodo autunnale la regione mediterranea rappresenta terreno fertile per la genesi di fenomeni precipitativi particolarmente violenti.

Aria sempre più calda – ed anche mare sempre più caldo – si traducono, inevitabilmente, in maggior carburante potenzialmente a disposizione per lo sviluppo di tali fenomeni.

Ottobre 2023: il più caldo di sempre all’Osservatorio di Montevergine

Anche il mese di ottobre di quest’anno entra di diritto negli annali della meteorologia e della climatologia del Partenio e, più generale, delle aree montuose del sud Italia.

Il mese da poco conclusosi è stato caratterizzato, a Montevergine, da una temperatura media di 14.2°C: dal confronto con l’ultima climatologia di riferimento (1991-2020) emerge un’anomalia di ben +3.7°C. Un’anomalia che non esitiamo a definire inquietante, per le molteplici ripercussioni negative che ha avuto e sta avendo sui fragili ecosistemi d’alta montagna.

Non è bastata, dunque, come era facile pronosticare, un’ultima decade abbastanza piovosa ed umida per ribaltare le sorti di un mese profondamente segnato dal lungo e persistente periodo anticiclonico che ha caratterizzato i primi quindici giorni.

Nell’osservare il grafico riportato di seguito, che mostra l’andamento nel tempo dell’anomalia di temperatura media rilevata ad ottobre (dal 1884 ad oggi), balza all’occhio il fatto che ottobre 2023 è riuscito nell’impresa, tutt’altro che agevole, di superare, in termini di rilevanza dell’anomalia, il già di per sé caldissimo ottobre 2022 (che chiuse con una temperatura media di 13.7°C).

Quanto accaduto nel mese da poco trascorso rappresenta l’ennesima evidenza di quanto sia cresciuta, nell’epoca climatica che stiamo vivendo, la ricorrenza di periodi (della durata anche di settimane) caratterizzati, soprattutto in montagna, da temperature estremamente al di sopra delle medie.

Montevergine: mai così caldo nei primi 15 giorni di ottobre.

Le vicende atmosferiche che hanno animato i primi 15 giorni di ottobre sui monti del Partenio entrano di diritto negli annali della meteorologia. A Montevergine, infatti, complice la persistenza di un’area anticiclonica supportata da masse d’aria di origine sub-tropicale, nel periodo 1-15 ottobre è stata rilevata una temperatura media pari a 16.2°C. Si tratta di un valore che si discosta in maniera considerevole (circa 5 gradi) dalla media di riferimento (periodo 1991-2020).

Come si evince da questa elaborazione grafica, l’anomalia rilevata quest’anno ha ben pochi precedenti nella storia dell’Osservatorio (bisogna risalire agli anni ‘30 del secolo scorso per trovare valori paragonabili a quello di quest’anno). Ciò che desta preoccupazione, è la ricorrenza, divenuta ormai molto alta in tutte le stagioni, con cui si manifestano simili episodi di caldo anomalo.