L’Osservatorio meteorologico di Montevergine compie 140 anni

E con oggi sono 140 anni!

Buon compleanno all’Osservatorio meteorologico di Montevergine, che venne fondato dai padri Benedettini dell’omonima abbazia il 01 gennaio 1884.

140 di storia della meteorologia e della climatologia irpina, campana ed appenninica. Un vero e proprio scrigno di ricchezza scientifica con pochi eguali nel territorio italiano, almeno per quel concerne le aree montuose, che speriamo ci regali ancora a lungo nuove, preziosissime, misure meteorologiche.

Un nuovo sensore entra a far parte della rete AURA – Protegge il nostro respiro

In data 27/12/2023, la rete “AURA – Protegge il nostro respiro” si è arricchita di una nuova centralina di monitoraggio, installata presso il V Circolo della città di Avellino.

Questo sensore è ubicato in una posizione molto strategica: si trova, infatti, a pochi metri di distanza dalla stazione di monitoraggio istituzionale gestita dall’ARPAC, come si evince dalla terza fotografia riportata di seguito.

Ringraziamo di cuore il prof. Raffaele Cucciniello dell’Università di Salerno per la gentile collaborazione e la scuola primaria “Umberto Nobile” per l’ospitalità.

Vi ricordiamo che i dati della rete AURA possono essere consultati, con aggiornamenti ogni 10 minuti, tramite il seguente indirizzo: http://www.mvobsv.org/air-quality-monitoring/

Natale caldissimo sulle vette del Partenio

I crinali del Partenio e più in generale dell’Appennino Campano hanno vissuto un Natale da incubo, caratterizzato da condizioni termo-igrometriche che risulterebbero anomale anche in piena estate.

Al di là delle più pessimistiche previsioni, il termometro alla quota di 1515 m s.l.m si è incredibilmente spinto pochi minuti fa sino a 17.9°C. Il grafico riportato di seguito parla da sé e non ha bisogno di particolari commenti. Il tasso di umidità si è portato al di sotto del 20%.

Più in basso, per fortuna, è presente aria più umida e fredda: all’Osservatorio, il termometro si è fermato per a 12°C. All’Oasi di Pannarano, invece, complice la scarsissimo soleggiamento (tipico di questo periodo dell’anno), non si è andati, per ora, al di sopra dei 5.9°C (ben 12 gradi in meno dei crinali di Montevegine!!).

Segnali di cambiamento nel regime pluviometrico campano

“Signals of change in the Campania region rainfall regime: An analysis of extreme precipitation indices (2002–2021)”.

È questo il titolo di un articolo scientifico pubblicato quest’oggi sulla rivista Meteorological Applications, a firma di ricercatori, dottorandi e professori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”.

Questo studio fa il punto sulle tendenze del regime pluviometrico della Regione Campania attraverso l’analisi delle misure di precipitazione giornaliera acquisite negli ultimi 20 anni (2002-2021) da oltre 100 stazioni afferenti a vari enti di monitoraggio istituzionale.

Le tendenze di maggior rilievo sono emerse nella stagione autunnale (intesa come periodo che intercorre tra ottobre e dicembre), in cui sono stati osservati, in alcuni settori della regione, principalmente nelle aree orientali della Provincia di Caserta, nel Sannio occidentale e nelle aree appenniniche irpine e salernitane, una generale intensificazione delle precipitazioni, una estremizzazione delle piogge torrenziali ed un aumento della ricorrenza delle giornate molto piovose (ossia caratterizzate da una quantità di pioggia maggiore di 20 mm).

In questo studio, sono state avanzate le prime ipotesi sui processi fisici responsabili dei trends appena descritti. Da un’indagine preliminare, è emerso che le cause dell’estremizzazione del regime pluviometrico autunnale vanno ricercate principalmente in due patterns di circolazione atmosferica alla scala sinottica e alla mesoscala (descritti in Capozzi et al., 2023, https://www.sciencedirect.com/…/pii/S0169809523001783…), tipicamente associati ad eventi di pioggia intensa in Campania. Nell’ambito di tali patterns (illustrati in Figura 13), le linee di convergenza dei venti al suolo di origine orografica ed il trasporto di vapore acqueo di origine mediterranea, atlantica e tropicale giocano un ruolo di primo piano nell’innesco di fenomeni precipitativi particolarmente violenti. Le attività di ricerca che in futuro approfondiranno tali aspetti dovranno dunque rivolgere particolare attenzione a questi fattori, nonché al riscaldamento delle acque del Mediterraneo.

Alle evidenze ravvisate nella stagione autunnale, se ne aggiunge un’altra, quella inerente alla durata del periodo piovoso più lungo, che è in aumento sui settori costieri ed in particolare nel Golfo di Napoli ed in quello di Salerno. In altre parole, negli ultimi 20 anni i periodi caratterizzati da più giorni di pioggia consecutivi si stanno progressivamente allungando.

A differenza, infine, di quanto sta avvenendo in altre regioni del Mediterraneo e del territorio italiano, in Campania non vi sono tendenze di rilievo che vanno nella direzione di un aumento della ricorrenza dei periodi siccitosi, fatta eccezione per alcuni settori delle province di Avellino e Salerno.

Il manoscritto è pubblicamente accessibile tramite il seguente link: https://rmets.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/met.2168

Autunno 2023: il più caldo di sempre all’Osservatorio di Montevergine

12.5°C. Questa la temperatura media registrata a Montevergine nella stagione autunnale (settembre-novembre) da poco conclusasi.

Si di un valore ben al di sopra (+2.2°C) della media climatologica di riferimento (periodo 1991-2020) e che non ha precedenti nella storia ultracentenaria dell’Osservatorio. L’autunno di quest’anno, dunque, si pone al primo posto nella speciale classifica delle stagioni autunnali più calde di sempre. Sino allo scorso anno, al vertice di tale classifica c’era l’autunno del 2000 (in cui si registrò una temperatura media di 12.3°C), seguito dall’autunno del 1932 (12.1°C) e dall’autunno del 1926 (12.0°C).

Come si evince dal grafico riportato di seguito, si tratta del settimo anno di fila in cui nella stagione autunnale si osserva un’anomalia di temperatura di segno positivo. Se allarghiamo l’orizzonte agli ultimi 24 anni, scopriamo che solo in 6 occasioni è stata rilevata un’anomalia di segno opposto. Si tratta di una tendenza estremamente preoccupante, in virtù del fatto che nel periodo autunnale la regione mediterranea rappresenta terreno fertile per la genesi di fenomeni precipitativi particolarmente violenti.

Aria sempre più calda – ed anche mare sempre più caldo – si traducono, inevitabilmente, in maggior carburante potenzialmente a disposizione per lo sviluppo di tali fenomeni.