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Nota climatologica sul mese di Marzo 2024

Marzo 2024: mese più caldo e più piovoso della norma ma con pochissima neve.

5.6°C. Questa la temperatura media registrata nel mese di marzo di quest’anno all’Osservatorio di Montevergine. Si tratta di un valore di 1.8°C più alto di quello mediamente registrato nel trentennio 1991-2020. Marzo 2024 si colloca all’ottavo posto tra i mesi di marzo più caldi dalla fine dell’Ottocento ad oggi. Al vertice di questa classifica, dunque, resta ben saldo il marzo del 2001, in cui si registrò una temperatura media di ben 7.4°C.

Sul fronte degli apporti di precipitazione, il computo totale (pari a 211.6 mm) è da ritenersi soddisfacente se messo a confronto con quello della climatologia di riferimento (+35% rispetto al quantitativo mediamente osservato nel trentennio 1991-2020). Si tratta, peraltro, di un dato in controtendenza con quanto registrato negli ultimi 5 anni (2019-2023), come si evince dalla seconda delle due elaborazioni grafiche riportato di seguito.

Sulla scia, tuttavia, di quanto avvenuto negli ultimi tre mesi, è mancato – oseremmo dire “clamorosamente” – il contributo delle precipitazioni solide. All’Osservatorio, infatti, nel mese di Marzo 2024 sono caduti appena 3 cm di neve fresca, a fronte di una media di 45 cm.

In merito alla frequenza di occorrenza dei fenomeni precipitativi, sono stati registrati 14 giorni con precipitazione >= 1 mm (a fronte di una media di 12 giorni) e 2 soli giorni con neve.

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Osservatorio di Montevergine: mai così caldo nella prima decade di aprile

Osservatorio di Montevergine: mai così caldo nella prima decade di aprile.

La giornata di ieri, 8 aprile 2024, entra di diritto nella storia ultracentenaria del nostro Osservatorio. La temperatura massima di quest’oggi, pari a 19.4°C, è la più alta mai registrata nella prima decade di aprile. Il precedente record, datato 1941 (giorno 3) e 2016 (giorno 5) è stato superato di ben 0.8°C.

Al netto di tutte le incertezze che caratterizzano il confronto tra i dati di temperatura massima e minima giornaliera rilevati dalla strumentazione moderna e quelli misurati dagli antichi sensori posti nella capannina meteorologica, non si può rimanere attoniti di fronte allo scenario atmosferico che stiamo vivendo, uno scenario che ha evidentemente pochissimi precedenti negli ultimi 140 anni. Si pensi, peraltro, che la sonda termometrica che abbiamo posizionato qualche anno fa nello stesso punto della torretta in cui venivano effettuate in passato le rilevazioni termo-igrometriche ha misurato un valore ancor più alto (19.8°C).

Le conseguenze di questi episodi di gran caldo sui fragili ecosistemi appenninici sono già evidenti in tutta la loro drammaticità ed impongono (per la verità già da tempo) livelli di attenzione estremamente elevati, che ci auguriamo si possano tradurre nel più breve tempo possibile in politiche di adattamento, mitigazione e conservazione.

01/04/2024: 18.1°C all’Osservatorio

La temperatura massima registrata ieri all’Osservatorio, 18.1°C, è la quarta più alta di sempre nella prima decade di aprile.

Come si evince dalla tabella riportata di seguito, solo in quattro occasioni, nella storia ultracenteneria dell’Osservatorio, sono state registrate temperature più alte di quella di ieri nei primi 10 giorni del mese corrente: il 05/04/1941 (18.6°C), il 05/04/2016 (18.6°C), il 09/04/2011 (18.5°C) ed il 03/04/1932 (18.2°C).

Alla luce di quanto previsto nei prossimi giorni, c’è il serio rischio che il record di 18.6°C possa cadere…

Nota climatologica sull’inverno 2023/24

L’inverno 2023/24 è passato alla storia come uno dei più anomali che si ricordino negli Appennini ed in particolare nel settore meridionale.

All’Osservatorio di Montevergine (AV), la stagione invernale 2023/24 (periodo dicembre-febbraio) è stata caratterizzata da un’anomalia di temperatura pari a 2.6°C (trentennio di riferimento: 1991-2020). Come si evince dalla prima delle tre figure riportate di seguito, si tratta dell’inverno più caldo dell’intera serie storica.

Il mese di febbraio che si sta per chiudere, con una temperatura media di 5.1°C, si colloca al terzo posto nella classifica dei mesi di febbraio più caldi di sempre: temperature più alte furono misurate solo nel febbraio del 1990 ed in quello del 1966. L’anomalia rispetto all’ultimo trentennio di riferimento è di ben 3.8°C (vedi seconda figura).

“Dulcis in fundo”, apriamo brevemente il capitolo inerente ai quantitativi di precipitazione nevosa.

Con un totale di soli 25 cm, frutto per lo più della nevicata verificatasi lo scorso 20 gennaio, l’inverno 2023/24 è il quarto inverno più povero di neve dalla fine dell’Ottocento ad oggi.

Nella terza figura, le stagioni invernali sono state ordinate in senso crescente, da sinistra verso destra, in base alla quantità di neve fresca complessivamente registrata. Quantitativi più bassi sono stati misurati solo nella stagione 1954/55 (21 cm), nell’inverno 1989/1990 (20 cm) e nelle stagioni 1948/49 e 2015/16 (21 cm).

Gennaio 2024: solo 24 cm di neve fresca all’Osservatorio

All’Osservatorio di Montevergine, si è chiuso, da oramai una dozzina di giorni, un mese di gennaio caratterizzato da apporti nevosi di modesta entità.

La somma del quantitativo di neve fresca, infatti, è pari a soli 24 cm, frutto, per lo più, dell’episodio di maltempo dello scorso 20 gennaio, quando in poche ore caddero 21 cm di neve.
Si tratta di un quantitativo ben al di sotto della media climatologica dell’ultimo trentennio (pari a 45 cm), che tuttavia ha non pochi precedenti nella storia dell’Osservatorio, come perfettamente evidenziato dalla figura riportata di seguito.

Sono, infatti, ben 34 gli anni in cui nel mese di gennaio è stato rilevato, a Montevergine, un quantitativo complessivo di neve fresca inferiore a quello di Gennaio 2024. La maglia nera, in tal senso, spetta al gennaio 1936, l’unico mese di gennaio completamente privo di neve nella storia ultracentenaria dell’Osservatorio.

Da un’ulteriore “ispezione” di questa elaborazione grafica, emerge quanto sia rilevante, nei settori appenninici meridionali, la variabilità interannuale degli apporti di neve, variabilità che peraltro sembra essersi ulteriormente accentuata negli ultimi anni, in cui stiamo assistendo ad una “vertiginosa” alternanza fra mesi di gennaio molto ricchi di idrometeore solide (2017, 2019, 2021 e 2023) e mesi di gennaio invece molto poveri di neve (il 2016, il 2018 ed il 2020 hanno fatto peggio di quest’anno).

Alla luce dei quantitativi di neve pressoché irrilevanti registrati a novembre e a dicembre, considerata l’importanza capitale delle precipitazioni nevose in ambito appenninico, indispensabili per alimentare le falde acquifere, non resta che confidare nell’ultima parte della stagione…