Gennaio 2024: solo 24 cm di neve fresca all’Osservatorio

All’Osservatorio di Montevergine, si è chiuso, da oramai una dozzina di giorni, un mese di gennaio caratterizzato da apporti nevosi di modesta entità.

La somma del quantitativo di neve fresca, infatti, è pari a soli 24 cm, frutto, per lo più, dell’episodio di maltempo dello scorso 20 gennaio, quando in poche ore caddero 21 cm di neve.
Si tratta di un quantitativo ben al di sotto della media climatologica dell’ultimo trentennio (pari a 45 cm), che tuttavia ha non pochi precedenti nella storia dell’Osservatorio, come perfettamente evidenziato dalla figura riportata di seguito.

Sono, infatti, ben 34 gli anni in cui nel mese di gennaio è stato rilevato, a Montevergine, un quantitativo complessivo di neve fresca inferiore a quello di Gennaio 2024. La maglia nera, in tal senso, spetta al gennaio 1936, l’unico mese di gennaio completamente privo di neve nella storia ultracentenaria dell’Osservatorio.

Da un’ulteriore “ispezione” di questa elaborazione grafica, emerge quanto sia rilevante, nei settori appenninici meridionali, la variabilità interannuale degli apporti di neve, variabilità che peraltro sembra essersi ulteriormente accentuata negli ultimi anni, in cui stiamo assistendo ad una “vertiginosa” alternanza fra mesi di gennaio molto ricchi di idrometeore solide (2017, 2019, 2021 e 2023) e mesi di gennaio invece molto poveri di neve (il 2016, il 2018 ed il 2020 hanno fatto peggio di quest’anno).

Alla luce dei quantitativi di neve pressoché irrilevanti registrati a novembre e a dicembre, considerata l’importanza capitale delle precipitazioni nevose in ambito appenninico, indispensabili per alimentare le falde acquifere, non resta che confidare nell’ultima parte della stagione…

05/02/2024: zero termico a 3500 metri in Irpinia

Il robusto campo anticiclonico che abbraccia i settori centrali del Mediterraneo lascia una traccia evidentissima nei profili verticali di temperatura riportati di seguito, frutto delle attività di ricerca condotte presso il Dipartimento di Scienze di Tecnologie dell’università degli studi di Napoli “Parthenope”.

Al di là delle temperature diurne registrate negli strati d’atmosfera prossimi al suolo, dal sapore praticamente primaverile, balza all’occhio la marcata inversione termica in quota, il cui limite inferiore è oscillato, nelle ultime 24 ore, fra 1200 e 1300 metri. All’Osservatorio, non a caso, abbiamo registrato continue oscillazioni della temperatura, che ha toccato, stamani, un picco di 12.6°C.

A differenza di quanto normalmente ci si attende in condizioni anticicloniche, il cielo, almeno sulle aree più occidentali dell’Irpinia, è tutt’altro che sgombro da nubi.

Negli strati più bassi (grossomodo, fra il suolo e i 1100 metri d’altezza) la presenza di un flusso di aria molto umida proveniente da occidente ha reso i profili verticali di temperatura molto simili a quelli standard. Il livello di saturazione dell’aria, che coincide con il livello base delle nubi, si colloca proprio intorno ai 110 metri (si osservi, a questo proposito, l’andamento della curva di temperatura dell’aria e di quella di rugiada).

L’altezza dello zero termico, stando a quanto stimato dai dati in situ a disposizione, ha raggiunto, in Irpinia, i 3500 metri.